Solofra -- "Papà vuole uccidere tutti, vi prego aiutatemi". Era insanguinata e visibilmente sotto choc la piccola S. K. (queste le iniziali) stamane quando intorno alle 9,30 è scesa in strada, in via Regina Margherita a Solofra, per chiedere soccorso. La dodicenne che frequenta da pochi mesi le elementari di via Fratta, era appena scampata alla follia omicida del padre Charangeet Singh - 41enne originario del villaggio di Nadiali, nello stato indiano del Punjab - protagonista questa mattina di quello che a tutti gli effetti sembra essere un omicidio-suicidio dal movente passionale.
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I FATTI. Secondo quanto si è potuto apprendere, il 41enne - giunto a
Solofra con la famiglia lo scorso settembre da Chiaravalle Caulonia (Reggio
Calabria) - dopo una furibonda lite con la compagna, la 32enne Jasvir Kaur,
avrebbe afferrato un coltellino e si sarebbe fiondato sulla gola della giovane,
ferendola poi mortalmente. Ma il raptus omicida non si sarebbe fermato alla
moglie e avrebbe purtroppo coinvolto anche la piccola della famiglia, Jaspreet,
di soli 7 anni, anch'essa sgozzata. La sorella di 12 anni sarebbe poi riuscita
a fuggire dalla carneficina, non prima di essere stata attinta anche lei dall'arma
del delitto all'altezza dell'orecchio. Di qui, l'uomo si sarebbe tolto la vita.
Lo spettacolo che si è mostrato innanzi ai primi
soccorritori, vigili urbani e militari dell'Arma, è stato senza dubbio
raccapricciante. La madre con la figlia sarebbero state ritrovate
cadaveri e in
una pozza di sangue sulle scale del palazzo del centro storico
solofrano, con
il padre Charangeet in fin di vita in camera da letto. Sul posto, oltre
al
sindaco di Solofra Michele Vignola, sono giunti il capo della procura
della Repubblica
di Avellino Di Popolo con i pm Taddeo e Patscot, oltre al medico legale
Sementa
e Morganti del comando provinciale dei carabinieri. La piccola scampata
alla tragedia si trova ora all'ospedale Landolfi di Solofra e non
sarebbe in pericolo di vita. Alcune persone, non meglio identificate,
sarebbero già state
ascoltate presso la locale caserma dei carabinieri. Gli inquirenti
stanno
valutando tutte le ipotesi, così come confermato dallo stesso Di Popolo,
anche
se quella del movente passionale resta la pista più accreditata.
INDIANI A SOLOFRA, TRA CRICKET E STRUSCIO IN PIAZZA. E' stato
riferito che Charangeet Singh non aveva un posto fisso anche se in passato
aveva lavorato come piastrellista nel montorese: sembra che l'uomo soffrisse da
tempo di un problema congenito alla mano, disturbo quest'ultimo che non gli
avrebbe consentito l'utilizzo al cento per cento dell'arto e che pare l'avrebbe
spinto, di qui a pochi giorni, a fare ritorno in India per delle cure
specialistiche.
I conoscenti descrivono Charangeet come un uomo mite. In
città, era noto tra i solofrani con il nome di 'Michele' anche se i suoi amici
indiani residenti nella cittadina della concia lo chiamavano con il nomignolo 'Raju'.
La comunità punjabi a Solofra è cresciuta in numero soprattutto negli ultimi
due anni. La maggior parte di essi sono giovani che lavorano come manovali nel
distretto della concia. Molto presenti e assidui frequentatori delle piazze e delle
strade del paese, gli indiani di Solofra - a detta di tutti - si sono
perfettamente integrati con la realtà della cittadina irpina. Non è raro,
infatti, vederli di domenica pomeriggio radunati a piazza Mercato a giocare a
quello che è lo sport più diffuso nella loro madre patria, il cricket. La
tragedia, avvenuta proprio alla fine dei festeggiamenti in onore del Santo
Patrono San Michele Arcangelo, ha turbato l'intera cittadina.
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